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DALLA FILOSOFIA AI BIG DATA

Per il nostro appuntamento Meet The Geek, oggi incontriamo Davide, laureato in Filosofia e studente Big Data!

DALLA FILOSOFIA AI BIG DATA

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Oggi abbiamo con noi Davide, studente Big Data di 33 anni. È un profilo interessante poiché Davide è laureato in filosofia, un settore che apparentemente non ha nulla a che fare con l’analisi dati. Dopo la laurea, decide di fare un’esperienza all’estero per migliorare la lingua inglese e in Gran Bretagna ci resta per ben sette anni. Precisamente a Liverpool. Dopo una serie di lavori umili, Davide entra in una delle aziende più conosciute al mondo, Amazon. È lì che Davide trova l’ispirazione per intraprendere un nuovo percorso di vita nonché formativo.

Davide, cosa ti ha spinto ad avvicinarti alla Geeks Academy?
Il mio rapporto con il computer inizia molti anni fa. Da buon nerd appassionato di videogiochi, in un modo o in un altro ho sempre interagito con console e PC. Ricordo quando alle scuole medie i miei compagni di classe mi chiedevano informazioni su come risolvere dei problemi ai loro PC o portatili. Nonostante ciò, la passione per l’area umanistica prevale. Dopo il liceo classico, prendo la laurea in filosofia. Conscio della difficile situazione in campo lavorativo in Italia, decido di fare una breve esperienza in Inghilterra per affinare la lingua inglese. La breve esperienza si trasforma in uno spaccato di vita lungo sette anni. Dopo i primi sei mesi a Londra, mi trasferisco a Liverpool facendo i lavori più disparati. Pulizie, lavapiatti, cuoco, fino a che decido di cambiare aria e trovo un’opportunità ad Amazon. In quell’azienda resterò per tre anni. Partendo dal basso, imparo tutto quello che c’è da sapere all’interno di un colosso multi-milionario. L’ultimo anno è stato il più interessante: passando una pre-selezione, ho avuto il privilegio di fare un anno di apprendistato, indirizzo business management. Durante questa esperienza, ho assunto un ruolo da supervisor nell’area quality assurance, controllo qualità. È qui che quell’interesse mai abbandonato verso l’informatica si è risvegliato. Avendo utilizzato dei database con un quantitativo impressionante di dati, ho capito che forse era arrivato il momento di fare il salto. Nulla accade per caso. Dopo molti anni e con la sensazione di aver raggiunto tutti i miei obiettivi, decido di rientrare in Italia e investire su me stesso. Sapendo dell’esistenza di molte nuove professioni del settore tecnologico, decido di intraprendere un percorso di data analysis ed è così che, dopo un'attenta analisi dell’offerta formativa presente sul mercato,  incontro la Geeks Academy dove richiedo un incontro di orientamento e un bilancio di competenze. Ed eccomi qui alla fine del mio percorso Big Data Junior Professional.

Dalla filosofia ai big data. La domanda sorge spontanea: come ti stai trovando? Come procede il tuo percorso?
Molto bene. È un’esperienza affascinante. Ho iniziato da zero, partendo da basi d’informatica e Linux per poi toccare basi di programmazione, iniziando a giocare con Python, linguaggio OOP (object-oriented programming), uno dei più utilizzati negli ultimi anni. L’immediatezza e intuitività di Python hanno fortunatamente eliminato sul nascere ogni tipo d’incertezza e insicurezza. Il difficile impatto iniziale è stato spazzato via dall’entusiasmo di scrivere le mie prime linee di codice. Abbiamo trattato Python e molte delle sue librerie per alcuni mesi, passando da semplici funzioni con NumPy a data cleaning & exploration con Pandas. Abbiamo fatto predizioni con degli algoritmi grazie a Scikit-Learn e successivamente deep learning con TensorFlow e Keras. Tuttavia il modulo su Python che ha più acceso interesse è stato quello relativo alla data visualization con le librerie MatPlotLib e SeaBorn. Fare dei plot, dei grafici a barre, ciò mi dà la sensazione di dare un senso e un disegno chiaro a quegli enormi database, pieni di migliaia (se non milioni) di righe e colonne. Dopo aver sviscerato Python, ho studiato i concetti di relazione all’interno di un database, approcciando il linguaggio SQL, per poi passare a dei database semi-strutturati o non strutturati, i cosiddetti database non relazionali. Concetto complesso in apparenza ma una volta entrato in contatto con MongoDB, sistema di gestione database orientato ai documenti, i nodi si sono sciolti. Confrontando i due mondi, ho compreso i casi d’uso di entrambe le piattaforme e preso coscienza della differenza d’applicazione tra SQL e MongoDB. Nonostante il fascino di questi ultimi moduli, il mio pensiero restava ancorato alla data visualization. Proprio nelle ultime settimane ho iniziato a utilizzare Tableau ed è stato amore a prima vista.

Fantastico! Tableau è infatti leader nel mercato per la business intelligence, con una quota di mercato superiore a PowerBI di Microsoft, con circa 32.000 aziende che lo usano quotidianamente. Numeri impressionanti. Dicci qualcosa sul tuo primo approccio con questa piattaforma.
Mi sembra un software molto intuitivo e user-friendly. La potenza di Tableau sta nella funzione di drag & drop: apro un file di Excel, per esempio, e trascino uno dei campi del database sull’area di lavoro e il grafico compare sullo schermo. Non la sto facendo semplice, è veramente così facile! Grazie a Tableau ho capito che la mia passione è la visualizzazione, dare immagine a quell’infinita quantità di dati.

Grazie Davide per il tuo contributo. Hai un messaggio per i nostri lettori e per chi ha intenzione di avvicinarsi al mondo Big Data?
Non abbiate timore, si può fare! La mia base di studi filosofica non ha assolutamente creato difficoltà nella fase di approccio iniziale né durante il percorso di apprendimento. Se siete curiosi e affamati di nuove tecnologie, buttatevi. Non ve ne pentirete.

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