Scopri gli articoli di Geeks Academy su: Blockchain, Coding, Cybersecurity, Cloud, Big Data, Artificial Intelligence, Gaming, Digital Innovation
“If there was no concept of intellectual property in virtual worlds, there would be little motivation to create things, since your creations would immediately be re-used and re-distributed by others without agreement,”
“Se non esistesse il concetto di proprietà intellettuale nei mondi virtuali, sarebbero in pochi ad aver motivo di creare, poiché le creazioni verrebbero immediatamente riutilizzate e ridistribuite senza autorizzazione da chiunque.”
(Philip Rosedale)
Immaginate di visitare una galleria d'arte: i corridoi, l'illuminazione, i pannelli illustrativi. Fate la fila per entrare e finalmente vi trovate davanti i piedistalli e gli espositori, tutti rigorosamente vuoti. Gli ospiti con indosso i visori di realtà virtuale, però, non sembrano affatto infastiditi. Finalmente anche voi decidete di attivate il vostro dispositivo, ed ecco apparire le opere in bella mostra sui loro piedistalli, pronte per essere osservate e amate, ma solo nel mondo immateriale.
Uno scenario del genere vi sembra fantascienza? Non la pensano così alla Biennale di Venezia, dove quest'anno il controverso scultore Christian Lemmerz ha messo da parte il marmo per dedicarsi al software. È sua, infatti, “La Apparizione”, l'opera che ha stupito gli amanti dell'arte di tutto il mondo perché esistente soltanto nel mondo virtuale.
Che la realtà cibernetica si insinuasse finalmente nel mondo della creazione artistica era una cosa destinata ad accadere. Lo stesso Lemmerz, infatti, ha commentato la sua decisione di utilizzare il codice anziché lo scalpello affermando che, grazie al mezzo virtuale, non limitato dalle leggi fisiche del nostro mondo, ha finalmente la possibilità realizzare le sue creazioni esattamente come le vede nella sua testa. Un futuro meraviglioso per l'arte. Se non fosse per un piccolo problema.
I rischi di falsificazione nel mondo digitale
Un oggetto realizzato tramite codice è potenzialmente a rischio di essere hackerato. Come se ciò non bastasse, i falsari, categoria che esiste sin dagli inizi della nostra civilizzazione, avrebbero la vita immensamente più facile. Se per gli artisti, quindi, la possibilità di esprimersi nel mondo virtuale apre le porte ad un livello di creatività non limitato in alcun modo, lo stesso entusiasmo non si applica al mondo dei collezionisti, che di certo non sono disposti a sborsare migliaia (se non centinaia di migliaia) di dollari per appropriarsi di un pezzo che chiunque altro potrebbe procurarsi senza spendere un centesimo.
Come fare, quindi, per certificare l'originalità di un'opera d'arte virtuale? Ci pensa blockchain.
Utilizzare blockchain per proteggere le proprietà virtuali
Questa potente tecnologia, che sta prendendo sempre più piede, è potenzialmente la risposta a tutti i problemi legati alla legittimità e alla proprietà virtuale. Il suo stesso cofondatore, Fred Ehrsam, ha dichiarato che “i mondi virtuali saranno tra le prime killer app per le blockchain, e forse addirittura gli utenti principali”.
“Virtual worlds are going to be one of the first killer apps for blockchains and perhaps the deepest users of them.”
Previsioni a parte, è un dato oggettivo che l'utilità della tecnologia blockchain in campo di certificazione potrebbe essere una soluzione diretta ed efficace. La realtà virtuale è un mondo fatto interamente di software, dove le blockchain possono dimostrare la loro affidabilità in modo del tutto naturale. Le blockchain, infatti, per loro stessa natura aggirano in automatico il problema del dover dimostrare l'invio in forma univoca a qualcuno di un oggetto digitale (come accade con i bitcoin, per citarne l'utilizzo più comune). Di conseguenza, utilizzarle per la compravendita di arte è il modo più efficace di dimostrare l'originalità di un pezzo.
Non vale solo per pezzi unici, come la scultura di Lemmerz, ma anche per creazioni di diversa natura come mondi virtuali e realtà alternative, o quello che viene sempre più spesso definito metaverso. Lo sa bene Philip Rosedale, fondatore di Second Life, che ha di recente dichiarato il suo entusiasmo all'idea di utilizzare di blockchain nella realtà virtuale. High Fidelity, il suo nuovo mondo virtuale, sta lanciando HFC, una nuova criptovaluta su una blockchain pubblica, che verrà utilizzata per verificare l'autenticità e il legittimo possesso di merci digitali. Su High Fidelity, infatti, gli utenti avranno la possibilità di decorare le proprie abitazioni con pezzi d'arte, e HFC verrà utilizzata per assicurare l'originalità delle opere esposte, grazie all'emissione di un certificato assegnato dai creatori alle opere al momento della creazione, certificato che poi passa al legittimo proprietario dell'opera nel momento dell'acquisto.
Blockchain per proteggere l'identità nel mondo reale
Questo sistema potrebbe ricoprire un ruolo analogo nel commercio nel mondo reale. La registrazione di certificati digitali per i lavori originali potrà essere applicata anche a creazioni precedenti la data di emissione degli stessi e, cosa più importante una volta assegnato il certificato ad una blockchain, non sarà più possibile annullarlo.
Questa prova di autenticità renderà le merci e le identità virtuali molto più sicure poiché, una volta registrati i dati su una blockchain, nessuno può rimuoverli o modificarli, impedendo a potenziali società o intermediari di trarre vantaggio dalla manipolazione dei dati degli utenti.
Ragionando su scala ancora più estesa, si può addirittura ipotizzare l'utilizzo di blockchain per aiutare a prevenire furti di identità: una volta caricati i propri dati su una blockchain, nessuno può più cancellarli, rendendo così univoca la propria identità.
Per dirlo in maniera più poetica, Ehrsam sottolinea come le blockchain, pur se incorporee, non siano altro che una visione condivisa della realtà, sia essa fisica o virtuale, e che diventeranno il mezzo più affidabile su cui fondare le basi della fiducia nel mondo reale.
E noi siamo curiosi di vederne la piena realizzazione.
FONTI:
Singularity Hub
Scopri i Workshop di Geeks Academy dedicati a Blockchain!