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Adriano Olivetti è stato uno dei più importanti imprenditori italiani del Novecento, capace di innovare il settore dell’informatica e di promuovere un modello di impresa sociale e comunitaria. Nato a Ivrea nel 1901, Adriano era il figlio di Camillo Olivetti, fondatore della Ing. C. Olivetti & C., la prima fabbrica italiana di macchine per scrivere. Fin da giovane, Adriano mostrò interesse per la tecnologia e la politica, frequentando il Politecnico di Torino e collaborando con le riviste riformiste del padre. Nel 1924 iniziò il suo apprendistato nell’azienda paterna come operaio, e l’anno successivo compì un viaggio negli Stati Uniti, dove visitò le più avanzate fabbriche dell’epoca.
Tornato in Italia, Adriano si dedicò a modernizzare e rinnovare la Olivetti, introducendo nuovi metodi di lavoro, una diversa organizzazione delle funzioni direttive, una razionalizzazione dei tempi e dei processi produttivi, e uno sviluppo della rete commerciale in Italia e all’estero. Nel 1932 fu nominato direttore generale dell’azienda, e nel 1938 ne divenne presidente, succedendo al padre. In quegli anni, Adriano avviò anche la progettazione e la costruzione di nuovi edifici industriali, uffici, case per i dipendenti, mense, asili, dando vita a un articolato sistema di servizi sociali. Inoltre, si occupò di design, grafica pubblicitaria e architettura, affidando a famosi artisti e architetti la realizzazione dei prodotti e degli spazi della Olivetti.
Adriano Olivetti non fu solo un imprenditore, ma anche un intellettuale e un politico. Fu influenzato dalle idee del socialismo riformista, del federalismo europeo, del personalismo comunitario e della democrazia cristiana. Fondò diverse riviste culturali, come Tecnica e Organizzazione, Comunità e Il Giornale degli industriali. Nel 1958 fu eletto deputato alla Camera con il Movimento Comunità, da lui fondato nel 1947 con l’obiettivo di promuovere una riforma sociale basata sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa e sulla redistribuzione del profitto a favore della collettività.
Adriano Olivetti fu anche un pioniere dell’informatica. Nel 1948 lanciò la Divisumma 14, la prima calcolatrice elettromeccanica al mondo in grado di svolgere tutte le operazioni aritmetiche e stampare il risultato. Nel 1959 presentò l’Elea 9003, uno dei primi calcolatori completamente a transistor.
La Olivetti è stata una delle prime aziende al mondo a produrre computer, partendo dai sistemi mainframe negli anni '50 e continuando fino agli anni '90 con laptop e desktop compatibili con PC. In particolare, la Olivetti ha svolto un ruolo importante nella nascita del PC, realizzando la Programma 101, il primo personal computer europeo del 1965 anticipando di anni il concetto di personal computer come lo conosciamo oggi.
La Programma 101 fu utilizzata dalla NASA per la missione Apollo 11, che portò i primi uomini sulla Luna nel 1969. Questo proto-personal computer venne scelto dalla NASA per la sua affidabilità, velocità e capacità di programmazione. Infatti fu usata per calcolare il consumo di carburante, la traiettoria e il tempo di atterraggio del modulo lunare. Dal 1976, La Programma 101 è esposta al Museo Smithsonian di Washington come uno dei simboli della conquista spaziale.
Nel 1982, l’Olivetti ha lanciato il M20. Nel 1983 ha presentato il suo primo portatile, l’M10. Queste invenzioni fecero della Olivetti una delle aziende leader nel settore dell’elettronica a livello internazionale.
Adriano Olivetti morì improvvisamente nel 1960, prima che il Programma 101 fosse completato. Tuttavia, egli aveva creato le condizioni per lo sviluppo di questo innovativo progetto, affidando la direzione della divisione elettronica a suo figlio Roberto e sostenendo la ricerca e l’ingegneria di Pier Giorgio Perotto e del suo team. La sua eredità è ancora oggi fonte di ispirazione per chi crede in una visione etica e innovativa dell’economia.
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