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CRYPTO RAIDERS: BLOCKCHAIN & CYBERSECURITY

Nel 2022, è avvenuta una perdita di oltre 3 miliardi di dollari a causa di attacchi informatici ai danni di numerose blockchain. A cosa puntano i crypto-raiders? Scopriamolo insieme!

CRYPTO RAIDERS: BLOCKCHAIN & CYBERSECURITY

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Hacker, ladri... Potremmo chiamarli crypto-raiders. Nel 2022, è avvenuta una perdita di oltre 3 miliardi di dollari a causa di attacchi informatici ai danni di numerose blockchain. Solo in ottobre sono stati rubati più di 720 milioni di dollari USD. L'obiettivo principale è sempre lo stesso: la blockchain, nello specifico protocolli di finanza decentralizzata (DeFi), i quali spesso non dispongono di infrastrutture solide e affidabili.
I crypto asset rubati alla DeFi rappresentano il 30% degli hack del 2020; nel 2021 il tasso è salito al 72% di 3,2 miliardi di dollari saccheggiati da utenti malevoli e, nell'anno in corso, supera il 90%. Perché sta accadendo tutto ciò? Le applicazioni e i protocolli DeFi si basano su smart contract. Si tratta di contratti costituiti da stringhe di codice che eseguono automaticamente, al verificarsi di determinate condizioni, l'operazione prevista. Nel 2021, queste applicazioni hanno registrato una crescita esponenziale, che ha inevitabilmente attirato l'interesse dei cyber-ladri.

Panoramica sugli attacchi del 2022
Uno degli ultimi furti ha danneggiato Moola Market, un'applicazione DeFi specializzata in lend & borrow basata sulla blockchain Celo. L'hacker è riuscito a rubare oltre $10 milioni. Purtroppo la cifra non sembra così grande se si confronta tale importo con la perdita complessiva del mese di ottobre: secondo Chainalysis, ottobre 2022 è stato il mese peggiore nella storia della DeFi con più di $720 milioni di dollari persi. E queste cifre rendono il 2022 peggio di quanto si possa immaginare, perché, da gennaio 2022, i crypto-raiders sono riusciti a rubare più di 3 miliardi di dollari USD.
Grazie a una ricerca di Statista, abbiamo un’infografica che elenca i più grandi furti avvenuti in ambito criptovalute:

Possiamo notare come alcuni degli attacchi più fruttuosi sforano il mezzo miliardo di dollari. Cifre da capogiro spesso sottratte a causa di negligenze da parte dei programmatori o del dipartimento di cybersecurity. Tra le varie ricerche, Statista inoltre riporta che, nel novembre 2021, è stato arrestato un ragazzo per aver rubato $46 milioni di dollari CAD, il più grande furto crypto commesso da una sola persona.
Tuttavia, c'è un punto da sottolineare: non tutti gli attacchi informatici provengono da hacker malevoli. Nel mondo dell'hacking, esistono alcuni utenti che causano violazioni per segnalare agli sviluppatori un bug o un potenziale difetto nel codice sorgente. Sono conosciuti come ethical hacker, hacker etici. Prima "rubano", in seguito restituiscono il bottino. Gli ethical hacker vengono solitamente ricompensati con una “bug bounty” (una taglia) per le loro azioni. Purtroppo, nonostante i fondi vengano recuperati al termine di questo tipo di attacchi etici, questi hack nella pratica hanno successo. Perciò, non cambia il fatto che il 2022 potrebbe essere l'anno peggiore in assoluto per l’universo crypto da quando Bitcoin è stato lanciato nel 2009.
A cosa puntano i crypto-raiders? Secondo Chainalysis, sono i cross-chain bridges. Nella terminologia blockchain, un bridge (ponte) è un'applicazione che consente l'interoperabilità tra diverse blockchain. I ponti mettono in comunicazione le diverse blockchain. Proprio a ottobre, sono stati violati tre bridge e le perdite causate in relazione al complessivo del 2022 sono il 64% del totale dei crypto-hack subiti nel corso dell'anno.

Perché è importante comprendere la blockchain?
Finanza Decentralizzata, Agrifood, Internet of Things, Sharing Economy, Assicurazioni, Arte, Gaming, Notarile. I possibili ambiti d’impiego della blockchain non si fermano di certo qui, ed è bene scoprire come rendere ancora più efficiente l’utilizzo di questa tecnologia, soprattutto nel campo industriale, dove molti dei possibili lavori del futuro potrebbero essere già sostituiti da smart contracts, oracoli ed intelligenze artificiali. Lo studio della blockchain è inoltre un elemento sempre più richiesto dalle aziende FinTech, che hanno avuto il loro boom proprio durante l’anno pandemico in seguito al crescente affermarsi del lavoro digitale. Ad ora, nascono sempre più progetti, coins, tokens ed NFTs che richiedono soft skills ed un'ampia conoscenza degli strumenti principali di programmazione. Iniziare ora, sebbene possa sembrare già troppo tardi, non lo è affatto, perché la blockchain sta ormai diventando quotidianità. Le insidie però sono ancora parecchie: molte aziende, ad esempio, non riescono ancora a comprendere appieno la differenza tra un normale database e una blockchain, e quando si rivolgono a consulenze, spesso i loro casi d’uso non sono congrui alla tecnologia che vogliono impiegare.

Ecco cosa serve:
Esaminando diversi annunci di lavoro, l’elenco delle competenze e dei requisiti più rilevanti sono senz’altro: 

  • Comprensione di algoritmi, sicurezza dei dati, tecnologie decentralizzate e strutture dati.
  • Un solido background nelle capacità di codifica, con almeno uno dei seguenti linguaggi di programmazione: Python, JavaScript, Solidity, JAVA, C, C++.
  • Comprensione generale di libri mastri, blockchain e criptovalute.
  • Competenza nella gestione delle prestazioni e rilevamento delle anomalie.
  • Almeno esperienza di base nella creazione di framework blockchain e applicazioni aziendali.

Le minacce alla sicurezza informatica
La Cybersecurity è un ambito in continua crescita. Gli attacchi informatici sono all’ordine del giorno. I dati delle ultime ricerche presentano statistiche preoccupanti:

  • 94% dei malware viene consegnato tramite e-mail.
  • 85% delle violazioni della sicurezza informatica sono causati da errori umani.
  • Ogni 10 secondi si verifica un attacco ransomware.
  • Si stima che le perdite globali annue del crimine informatico possano raggiungere $10.5 trilioni entro il 2025.

Inoltre, lo studio della blockchain è un elemento sempre più richiesto dalle aziende FinTech, che hanno avuto il loro boom proprio durante l’anno pandemico in seguito al crescente affermarsi del lavoro digitale.

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